
Che dire…

Ricordo un volto
fragile donna
in erba
i capelli recisi
-con veemenza-
il fiore tuo tutto.
Io fragile ampolla
contengo tutto
l’universo (tuo).
Il riverbero del mattino
riflette la tua assenza
nella stanza maculata dal tempo.
Il pendolo ceruleo
scandisce il moto diafano
di corpi che la turgida
notte immolò.
Morte di mille attimi
abbandonati al suolo una veste
e un dubbio ricurvo al primo tepore.
Mi lasciasti in briciole
acuminate schegge
d’una passione
strazio di carni.
Lame che sanno di vite
sepolte all’oblio purpureo.
Un vezzo, dicesti.
Tu chiami vezzo
divorarmi l’anima
e frantumare un cuore
che batte al rintocco del tuo?
Non basta un riflesso
a deporre il sole.
Quanti giorni ho perso?
Per le strade, al mare,
in una pozzanghera,
nel volo di un gabbiano.
Quanti giorni ho perso?
Tra torvi pensieri e
rimpianti madidi di nostalgia.
Tra l’intonaco che disegna
sepolcri d’ore ordinarie.
Troppi giorni ho perduto
seduta inerme
a braccia incrociate
nell’invano sforzo di possedere
un attimo.
L’agonia di non poter trattenere
tanti, troppi giorni
deceduti senza memoria.
Alessandra Solina
Sfiora appena la tua nuca
il mattino
nella stanza vuota.
Le suppellettili
in un’altra epoca,
sono cassetti riversi
sui ricordi
il marmo barocco della
capitale deserta.
Le nuvole assecondano
i passi del vento,
inseguono un perché
come le mie mani
palmi aperti
al cielo
in una domanda senza risposta,
accolgono la pioggia
gocce gravide di cambiamento.
Germoglia la speranza
nella bambina che ero.
Ma è pianta sterile
senza di te.
Tra uno starnuto e l’altro causato dalla mia allergia (al polline, alla polvere, alle graminacee, ecciù, eccettera), mi sono divertita a creare questo (o)maggio al mese delle rose.
Di seguitoo il link al video.
Umana aritmia
scuote le (fr)onde
di questo mare incerto.
Del blu e del verde
l’eco della Terra.
Anche se la sua voce
si è inabissata in una discarica di periferia.
Dove è finito allora
l’adagio delle stagioni?
La pulsione dell’estate
infangata dal veto della grandine d’agosto.
E si respira aria
cieca e ineluttabile
in questa notte di fine epoca.
E la Terra
si muove anche senza il vagito d’un bambino.
Alessandra Solina
foto: Umberto Guidoni Fotogallery