“Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito.
Ricordo il giorno e l’ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul ragazzo che doveva diventare la fonte della mia più grande felicità e della mia più totale disperazione.”
Una storia sull’amicizia nel senso più profondo del termine. Ho letto questo libro all’età di tredici anni, momento della vita in cui l’amicizia riveste un ruolo assoluto, più dell’amore genitoriale e delle fantasie sentimentali nei confronti dell’altro sesso, che pure si fanno sentire moltissimo. Ho scelto questo romanzo di Fred Uhlman per la giornata della memoria perché, sebbene ne ami anche molti altri che raccontano in modo più esplicito la tragedia della shoah, analizza il periodo del nazismo (dagli albori) con un’ottica realistica ed equilibrata, osservando entrambi i punti di vista, attraverso la quotidianità vissuta da due adolescenti: Hans, tredicenne tedesco di origine ebraica e Konradin, coetaneo “ariano” e con la madre che odia profondamente gli israeliti.
Amicizia che dovrà superare diversi ostacoli, ma che insegna un’importante lezione che arriva diretta al cuore. Buona lettura!